Oggi il mio supereroe si è tolto il mantello dopo 26 anni.
Grazie Vale💛
Sono giorni che provo a scrivere qualcosa, ma alla fine cancello sempre tutto. Perché? Perché ho paura di non esprimere a pieno quello che provo. Perché ho paura di dire qualcosa di sbagliato. Perché ho paura di non ricordarti come si deve. Perché ho paura di piangere un'altra volta scrivendo di te. Perché mi fa troppo male non averti qui. Perché odio che tu te ne sia andato così. Perché odio versare lacrime per te, vorrei tanto ricordarti con il sorriso ma non ce la faccio. Perché da quel 31 agosto un pezzo del mio cuore se ne è andato, è volato in cielo con te.
Di una cosa sono sicura, tu ci sei. Ti ho sentito sai? Prendimi pure per pazza, ma ho sentito che mi stavi proteggendo più di una volta. Ho sentito la tua presenza vicino a me, come un angelo custode.
Vorrei averti incontrato. Vorrei averti conosciuto. Vorrei aver conosciuto l'Anthoine Hubert di tutti i giorni, non l'Anthoine Hubert il pilota di F2. Vorrei averti vissuto pienamente. Vorrei...ma ormai non posso più, non ci sei più.
Questa race week sarà più dura delle altre. Non so se avrò la forza di tifare con il sorriso. Non so se riuscirò a commentare come al mio solito le gare. Non so se riuscirò a guardare le gare. Ma questo non è un buon motivo per non provarci, anzi ci proverò per te.
Ti prego Anthoine, proteggi tutti i nostri piloti da lassù. Dagli la forza di andare avanti, di rialzarsi dopo gli incidenti, di farli arrivare illesi a fine gara.
Anthoine, non era questo il tuo destino. Tu dovevi essere lì, sul gradino più alto del podio in F1.
Ci manchi, mi manchi.
Un anno senza di te, cavolo com'è passato veloce il tempo.
Ti voglio bene Anthoine💙
Proteggimi da lassù campione❤
Gone, but never forgotten
7 anni e ci manchi sempre di più.
Michael per me è stato tanto: l'idolo che ha sfrecciato con la rossa nelle domeniche della mia infanzia, colui che mi ha fatto scoprire e appassionare a questo sport che tanto amo.
Perché Michael oltre ad essere un campione, è anche un padre e un marito eccezionale.
Di promesse te ne possiamo fare poche Kaiser, ma la cosa sicura è che proteggeremo le persone a te care. Certamente non come sai fare tu, ma ci proveremo. Ci prenderemo cura di Mick nella sua nuova avventura, di Gina e Corinna, le donne della tua vita.
Ora è il momento di lottare per ritornare Michael.
Vinci questa gara.
"I've always believed that you should never, ever give up and you should always keep fighting even when there's only a slightest chance."
- Michael Schumacher
Il Paradiso aveva bisogno dell'angelo perfetto.
È già passato un anno, ma il dolore c'è ancora. Non se nè andato.
Mi manchi Anthoine❤
#Accaddeoggi
È il 20 gennaio del 1987, è il giorno di Marco. Il nostro SIC nacque a Cattolica, ma abitò per tutta la sua vita a Coriano. Coriano, un paesino in provincia di Rimini. Se potessi descriverlo con una parola, direi FAMIGLIA, perché in quelle mura ti puoi sentire a casa anche se sei un estraneo.
La passione per le moto si manifestò subito. Si è vista la gioia nei tuoi occhi quando ti è arrivata la tua prima moto, una minimoto Suzuki 500, un vero sogno per la tua età. Da lì è cominciata la tua storia, la storia di un motociclista che ha cambiato le vite di tutti gli appassionati.
Ti abbiamo visto crescere, passare le categorie e portarti dietro sempre più vittorie. Vincevi sempre di più però tu sei rimasto quello di sempre in ogni istante, la fama non ti ha mai cambiato.
Arriva il 2008, quello che ho sempre definito "l'anno di Marco". Le prime due gare non andarono molto bene, ma la voglia di dimostrare a tutti chi è SuperPippo ha prevalso. Ed è lì che arriva a Coriano il primo mondiale, sei diventato l'orgoglio italiano in così poco tempo. Amato dai bambini, amato dagli adulti, amato nel paddock, amato dalla tua famiglia, amato da Kate, amato da Coriano, amato dalla tua splendida Italia.
E poi sei arrivato all'apice del sogno, sei approdato nella classe regina e da lì sei diventato un mito per tutti. Mi ricordo ancora i riccioloni spuntare fuori dal casco ai tuoi arrivi nel parco chiuso. Mi ricordo il tuo sorriso incima al podio, eri il soggetto di un quadro perfetto. Mi ha sempre suscitato un sacco di emozioni vederti lì, ci stavi proprio bene cavolo. E anche in quei casi eri il Marco di sempre, quello che non ha mai nascosto la sua personalità di fronte alle telecamere.
Poi è successo tutto troppo in fretta e ti hanno portato via dalle nostre braccia. Ancora oggi è terribile non averti qui. Perché in questo caso il tempo non ha migliorato le cose, le ha mantenute così. Perché anche se mi sforzo ogni volta, il tuo pensiero non può andare via. Perché dopo 10 anni il tuo ricordo è ancora vivido nella mia mente, perché non riesco a lasciarti andare.
È come se avessi bisogno di un pezzo per completare il puzzle, però la verità è che non lo posso più recuperare, perché è stato perso.
E sai forse fa più male questa data che il 23 ottobre, perché oggi ho sentito la tua mancanza più delle altre volte.
Allo stesso tempo ti ho sentito qui vicino a me, come se volessi dirmi che in realtà non te ne sei andato, che sei qui solo che non posso vederti.
Diobò Supersic, veramente è passato così in fretta tutto questo tempo? Patacca sei diventato grande eh. Erano 24 quando ci hai lasciati, e adesso sono 34.
Soffia le candeline da lassù.
Tranquillo, continueremo a pensarti.
Buon compleanno angelo, ovunque tu sia❤
"Io vedo che alcuni miei amici che finito il liceo, non sanno nemmeno loro cosa fare, se andare all'università, se lavorare. Secondo me una cosa che aiuta a vivere in modo coraggioso è avere un obiettivo. Che sia di qualsiasi tipo, di sport o di lavoro. Però Diobò se te hai nella testa un obiettivo, un qualcosa che devi raggiungere, secondo me ti aiuta ad andare avanti senza paura"
Marco Simoncelli
5 ottobre 2014
Sembrava una domenica come tante, sveglia presto per vedere la gara di Formula1 a Singapore.
Piove. La gara parte dietro la Safety Car, dopo condizioni improponibili la gara si ferma.
Dopo una lunga attesa si riparte.
La giornata si avvia verso la fine, le condizioni cambiano dall'inizio. Sono passate molte ore dalla partenza, la luce scarseggia, c'è poca visibilità a causa della pioggia.
43° giro
Adrian Sutil termina la gara sulla ghiaia. In pista ci sono solo le bandiere gialle, niente Safety Car.
L'unica cosa che si vede è una gru. Entra in pista per rimuovere la Sauber di Sutil.
I minuti passano, le condizioni sono sempre peggiori, ma la Race Direction vuole continuare. La gara non si ferma un'altra volta.
44° giro
Jules Bianchi perde il controllo della sua Marussia alla curva Dunlop, la stessa dove si trovava la gru. L'impatto è fortissimo. Jules viene trasportato in elicottero nell'ospedale più vicino.
Continuavo a ripetermi che ce l'avrebbe fatta, che non sarebbe morto così. Purtroppo non ce l'ha fatta, Jules morirà 9 mesi dopo. 9 mesi intensi in cui ho sperato ogni giorno che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe tornato in Formula 1, che sarebbe arrivato a quel posto che gli spetta. A quel sedile di quella Ferrari, da lui tanto sognata.
5 ottobre 2014, perdiamo una futura stella della Formula 1. Perdiamo un ragazzo unico nel suo genere, un figlio, un fratello, un amico, un mentore, una guida. Perdiamo un pezzo di Formula 1. Sei rimasto qui per troppo poco tempo. Se ne andato un ragazzo che stava inseguendo il suo sogno. Un ragazzo troppo giovane per morire così.
Gli angeli hanno accolto un loro nuovo fratello in cielo.
Non ti dimenticheremo Jules, ovunque tu sia.
Ciao Jules❤
Auguri alla leggenda.
Auguri all'uomo che mi ha fatto crescere.
Auguri all'uomo che mi ha fatto appassionare alla Motogp sin dal primo istante.
Auguri a colui che ho sempre preso come esempio di vita.
Auguri a colui che non mi ha lasciato nei momenti di sconforto.
Auguri alla persona che mi ha insegnato a non mollare, a non dare tutto per scontato.
Auguri al re di Tavullia.
Auguri all'uomo cresciuto da una bella famiglia.
Auguri al fratello di Luca.
Auguri all'amore della Franci.
Auguri al maestro dell'academy.
Auguri alla colonna portante della Yamaha.
Auguri all'animo del paddock.
Auguri al rivale dei grandi.
Auguri all'eterno Peter Pan.
Auguri Vale e grazie di tutto💙💛
ingiusto
/in·giù·sto/
Risolutamente in contrasto coi principi dell'equità e della giustizia.
Perché ingiusta è stata la fine di Dean Berta Viñales, un ragazzo di 15 anni che ha perso la vita facendo ciò che amava.
Il motociclismo è un'arma a doppio taglio, una carezza a tutti coloro che sognano e si appassionano e un duro colpo quando accadono quei momenti che ti spezzano il cuore.
Condoglianze a tutta la famiglia Viñales, al Viñales racing team, agli amici, al mondo della Superbike e a quello dei motori.
Sarai per sempre ricordato Dean, riposa in pace campione.
01.05.1994
Ayrton Senna si schianta in pista in diretta televisiva mondiale mentre è in testa al Gran Premio di Imola. Muore a 34 anni, troppo giovane per morire.
Senna ha coinvolto i tifosi con il suo carisma e il suo fascino. È andato oltre al ricordo degli appassionati.
Senna è un esempio di vita. Si è impegnato con tenacia e fatica per raggiungere il suo obbiettivo. "Driving to perfection", verso la perfezione.
Senna ha capito fin da subito che nella vita non contano merito e successo, ma dono e altruismo.
Senna ha avuto a cuore il Paese in cui è cresciuto, era un esempio per tutta la popolazione brasiliana.
Senna è leggenda. È un punto di riferimento per tutti noi giovani d'oggi. Ci ha insegnato che per raggiungere i propri sogni bisogna combattere, senza mai mollare.
Il paradiso aveva bisogno dell'angelo perfetto.
Senna vivrà per sempre nei nostri cuori.
Ci manchi Ayrton❤
<Pensi di avere un limite, così provi a toccare questo limite, accade qualcosa e immediatamente riesci a correre un po' più forte, grazie al potere della tua mente, alla tua determinazione, al tuo istinto e grazie all'esperienza, puoi volare molto in alto.>
Mai ti scorderò quei riccioloni e la tua grandissima simpatia mai scorderò le battaglie che facevi in 250 contro Barbera e Bautista e poi in MotoGP contro Dovi e Lorenzo io non ti scorderò sei sempre stato nel mio cuore e sempre lo sarai .
Ciao Marco mi manchi tanto...❤
Morte
/mòr·te/
sostantivo femminile
La cessazione delle funzioni vitali nell'uomo.
Morte una parola che mi ha sempre fatto paura. Morte quella che ho visto con Simoncelli e il suo corpo inerme a terra, la stessa che ho rivisto nella giornata di ieri con Jason. Nell'incidente di Jason ho rivisto Marco, sono tornata indietro di 10 anni. Stessa casa, stessa situazione stesse persone accanto. Mi ero già resa conto che tutto stava accadendo in fotocopia, l'incidente, la bandiera rossa, l'ambulanza, l'eternità delle procedure dei soccorsi, il trasporto in elicottero fino all'ospedale più vicino, la paura che prende il sopravvento, l'arrivo in ospedale, le ore ad aspettare e alla fine il comunicato dove viene detto che non si può più fare niente, che ormai il cuore ha smesso di battere. C'è stato lo stesso dolore della prima volta, lo stesso groppo in gola, lo stesso desiderio di non sentire quelle parole che hanno sempre fatto tanto male. Ma per l'ennesima volta la morte si è portata via un ragazzo troppo giovane.
Jason non tornerà.
Jason adesso sarà in paradiso, protetto da Marco, Nicky, Luis, Shoya e Daijiro.
Jason vivrà per sempre dentro di me e io sarò sempre con lui, perché oggi una parte di me è morta e non tornerà.
Fly high little angel, we'll never forget you🤍